IL TRUCCO ARGENTATO
Spesso, quando parliamo del passato con 'ragazzi' delle generazioni degli anni cinquanta e sessanta, e con qualche eccezione di quelli nati nei primi settanta, succede di associare specifici momenti della propria vita vissuta a protagonisti o programmi televisivi, ad eventi nazionali o mondiali, ad oggetti diventati 'la moda del momento' e quant'altro, ma soprattutto a motivi musicali dell'epoca, divenuti a volte vere e proprie 'colonne sonore' della giovinezza di ognuno.
E così succede, quasi inevitabilmente, che anche i ROCKETS vengano immessi nel calderone dei ricordi, citando le loro principali hit da classifica o le straordinarie performance proposte dal vivo.
In tutto il revival di situazioni e personaggi 'che furono', può capitare però che qualcuno dimentichi o faccia fatica a capire di cosa si parli o comunque a dare una forma od un volto ad una determinata cosa o persona di quegli anni, ed allora, pur di riuscire a strappare una espressione di rallegramento per il ricordo che riaffiora, facciamo il possibile per fornire al nostro interlocutore i dettagli più significativi.
In questo rincorrersi di flashback, i ROCKETS non fanno certo eccezione e così, a noi fans, succede spesso che la persona che ci sta di fronte, alla domanda 'E i ROCKETS? Te li Ricordi?', mostri una certa titubanza e non ci fornisca una risposta pronta ed istantanea.
Accade allora che la spiegazione più immediata per fare tornare alla mente chi fossero, sia 'Ma su dai, come fai a non ricordarteli? Quelli con le teste rasate e dipinte d'argento...', ecco allora, come per incanto, che con espressione di gioia e sorpresa l'altro esclama 'Ah, si, i ROCKETS! Certo che me li ricordo!'. Forse, se gli avessimo fornito un altro elemento per ricordarli (costumi, musica, show pirotecnici, ecc.) ci saremmo riusciti ugualmente, ma magari non così alacremente.
In questa pagina riportiamo una serie di notizie sul trucco argentato, elemento imprescindibile dell'essenza del gruppo.
Suggestiva inquadratura del 1978 che esalta il differente utilizzo della crema sulle varie parti del corpo
© LesROCKETS.com
Le 'teste rasate e dipinte d'argento' sono a nostro avviso l'elemento che più di tutti ha caratterizzato il gruppo musicale, quantomeno dal punto di vista dell'impatto immediato, squisitamente visivo, quindi capace di catalizzare l'attenzione dello spettatore sin dalla prima comparsa sui media o dalla entrata in scena.
L'intuizione di Claude Lemoine rimane, a distanza di quasi quaranta anni dalla nascita del tipico look, più attuale che mai, una sorta di marchio che evoca un'idea rivoluzionaria in un'epoca in cui il tagliarsi i capelli era un vero e proprio tabù.
Ricordiamo che il produttore francese, prima che i CRYSTAL (embrione dei ROCKETS) dessero il loro assenso alla trasformazione e non senza perplessità, si era rivolto ad altri gruppi musicali che gravitavano nell'area parigina senza tuttavia riscuotere alcun consenso.
Quando i CRYSTAL si rasero per la prima volta i capelli in occasione del primo servizio fotografico, fu traumatico per alcuni di loro mostrarsi e vivere la vita quotidiana con la testa completamente pelata; al riguardo, ad esempio, Guy Maratrat non esitò ad indossare una parrucca nei momenti in cui il gruppo non era in scena, proprio per la vergogna di essere calvo.
Ma come è nata l'idea di un simile look? Probabilmente la risposta è 'quasi per gioco'.
Claude Lemoine, prima di dedicarsi in modo completo al progetto dei ROCKETS, era già nel campo musicale da diversi anni ed in qualità di produttore seguiva in prima persona il gruppo francese dei PAPOOSE, altra sua creatura che ha spopolato nelle hit parade tra gli anni 1972 e 1975.
Già con la convinzione che l'aspetto estetico fosse un elemento irrinunciabile per il successo di un artista, Claude aveva domandato ed ottenuto dai PAPOOSE di proporsi con lunghi capelli colorati ed in tinte 'shoking'.
In una intervista con un giornalista canadese che gli chiedeva come mai i PAPOOSE avessero 'quella livrea', Claude, ritenendo la domanda poco originale, rispose: 'il prossimo gruppo sarà senza capelli!'.
Voilà, il destino dei ROCKETS era così segnato...
L'effetto lucido e nel contempo metallico della crema creava sui volti dei musicisti dei riflessi di luce che conferivano un'ulteriore elemento visivo di elevato effetto, ancor più nel corso delle esibizioni dal vivo e durante le sessioni fotografiche in studio, grazie alla opportuna illuminazione dei fari di scena, tanto da far apparire i ROCKETS a volte dorati o via via con sfumature dei vari colori.
L'applicazione della crema di color argento non avveniva direttamente sulla pelle, ma nella maggior parte dei casi l'operazione era preceduta dalla spalmatura di una crema idratante ed emolliente.
Oltre al viso ed al capo, la crema di color argento andava a ricoprire anche la parte superiore del corpo, quindi la parte alta del petto ed il collo, nonché i dorsi delle mani. Curioso è il set fotografico del 1975, anno in cui i ROCKETS, alle prese con le arti marziali e la realizzazione del brano Samourai (Hymne du karaté), dovendo indossare il kimono bianco senza calzature sono stati costretti ad applicare la crema argentata anche ai piedi.
Fabrice Quagliotti nei camerini rimuove il trucco 'in compagnia' - Photo by A. D'Andrea
© LesROCKETS.com
La procedura di applicazione del trucco comportava un dispendio di tempo di poco più di una ventina di minuti ed ogni singolo musicista provvedeva direttamente alla cura del proprio aspetto, senza l'intervento di personale terzo.
La crema, acquistata inizialmente in Francia e, seguendo il successo della band, successivamente in Italia, era un tipico prodotto destinato al mondo dello spettacolo ed usato in teatro e per la realizzazione di rappresentazioni in maschera; il primo tipo di crema utilizzato dai ROCKETS era troppo opaco, perciò poco adatto alle scopo della band, quindi a seguito di una approfondita ricerca ne fu individuata ed adottata una più brillante.
Era contenuta in tubetti di metallo del tutto simili a quelli del dentifricio e venduta in confezioni da 6/8 pezzi. Ogni tubetto di crema, una volta aperto, veniva utilizzato contemporaneamente da tutti i ROCKETS per quattro, massimo sei concerti a seconda della quantità spalmata.
Singolari sono le notizie riportate su alcune riviste dell'epoca che intendevano dare enfasi al mistero che aleggiava sul gruppo ed al colore della pelle dei suoi componenti; ad esempio sul numero 29 di Ragazza in del 28 Novembre 1979, viene citato che 'i ROCKETS danno grande importanza ai costumi e al trucco di scena ... Il trucco viene realizzato spalmando sul volto e sulle mani una crema argentata di formula top-secret proveniente da Haiti' ed ancora '... Il trucco, a prima vista complicato, è invece realizzato spalmando semplicemente un velo di crema argentata sul volto e sul dorso delle mani. Se avessero usato una comune crema colorante per ognuna delle loro numerosissime esibizioni annuali, avrebbero senz'altro corso il rischio di serie intossicazioni; per ovviare a ciò hanno adottato una speciale pasta che assicurano provenire da Haiti. Per amore del successo, i cinque affrontano anche il sacrificio della totale rasatura quotidiana e questo fa sì che nessuno, esclusi loro stessi, conosca il colore dei loro capelli'.
Spesso capitava che in ambienti molto chiusi o nelle stagioni estive, il sudore facesse scivolare via parte del trucco, che si depositava inesorabilmente sui costumi indossati dai musicisti.
Christian Le Bartz ricorda anche un aneddoto curioso; in un concerto tenuto in un piccolo locale francese, presumibilmente nel 1976, dopo essersi accorto di aver dimenticato a casa la giacca argentata, fu costretto ad esibirsi cospargendosi la crema d'argento non solo sul capo e sulle mani, ma anche lungo il corpo fino all'altezza della cinta dei pantaloni di scena.
L'operazione di pulizia del viso, per la quale anche in questo caso occorrevano alcune decine di minuti, avveniva mediante l'utilizzo di comuni detergenti tonici struccanti, prodotti utilizzati regolarmente dalle donne nella cura del proprio make-up.
Proprio legata alla 'vernice argentata' è anche la leggenda metropolitana, ovviamente falsa, che vedeva nell'uso frequente del maquillage la causa della morte prematura di uno dei componenti della band.
Residui della crema argentata visibili sulla parte interna, in corrispondenza del petto, del costume del 1980 di Alain Groetzinger
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Residui della crema argentata visibili sulla parte interna del collo e sulle cuciture della giacca in pelle del 1982 di Alain Maratrat
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Le ultime apparizioni dei ROCKETS nel consueto ed indimenticabile look argentato risalgono all'inverno del 1982.
Il gruppo musicale ELIO E LE STORIE TESE nel corso di una memorabile esibizione al Festival di Sanremo del 1996 ha eseguito il brano La terra dei cachi presentandosi sul palco con tutti i componenti travestiti da ROCKETS con tanto di volti ricoperti d'argento ed apposite calotte in testa, anch'esse cosparse di crema argentata, utilizzate per simulare le teste calve, vero e proprio tributo al gruppo francese in un delirio ironico sorretto dal testo della canzone. Al riguardo ELIO E LE STORIE TESE hanno poi ringraziato i ROCKETS ed 'il rocket Fabrice Quagliotti' all'interno del booklet del CD Eat the phikis (La terra dei cachi) che include proprio il brano eseguito nella manifestazione canora.
Sempre in ambito musicale è da segnalare altresì il gruppo francese degli STARDUST, composto da Thomas Bangalter e dai futuri DAFT PUNK, Benjamin Diamond e Alan Braxe, i quali, nel videoclip del brano Music sounds better with you del 1998 compaiono mentre volano su una nuvola con un look 'alla ROCKETS' mentre eseguono la loro canzone.
ELIO E LE STORIE TESE - La terra dei cachi - Festival di Sanremo del 1996
STARDUST - Music sounds better with you - Videoclip