ERNESTO

Synthetic Man

Ernesto
Synthetic Man


 

Era una domenica della primavera del 1978, forse primo pomeriggio; dopo aver acceso il televisore mi sintonizzo su una rete RAI dove sta andando in onda una trasmissione cult dell'epoca 'L'altra Domenica' condotta da Renzo Arbore; ad un certo punto, all'interno della trasmissione, il nostro Arbore apre un collegamento visivo con una discoteca; dall'altra parte c'è 'Fiorella', la quale, dopo aver abbozzato una sintetica descrizione del gruppo musicale si fa da parte e subito appaiono cinque strani individui dall'aspetto sconvolgente, inguainati in improbabili costumi di altri mondi. Il brano che stanno eseguendo 'On the road again', impreziosito dalla presenza di un effetto laser che 'volteggia' sopra le teste completamente rasate e dipinte d'argento dei cinque individui, è molto piacevole e di sicuro impatto. Il lunedì successivo mi reco subito in un negozio di dischi e musicassette per chiedere notizie sul gruppo ed alcuni giorni dopo, dopo aver racimolato i soldi necessari, acquisto la mia prima musicassetta originale dei ROCKETS. Da quel momento in poi non sto a raccontare cosa è successo, perché credo che non basterebbero un centinaio di pagine per descrivere la malattia che mi ha colpito all'epoca e contro la quale, a tutt'oggi, non esiste ancora una cura. Il mio album preferito è 'Atomic' ed il brano è 'The martian way'. Il mio soprannome 'Synthetic man' deriva da una delle tante trovate sceniche che contraddistinsero i ROCKETS da tutti gli altri gruppi musicali dell'epoca e che io amo più di tutte: il casco con i due effetti laser laterali che il cantante Christian Le Bartz indossava durante i concerti del tour del 1980, quando veniva eseguito il brano 'Synthetic man' appunto... il tutto semplicemente fantastico.